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Vitalità e patologia del narcisismo

Narcisismo firenze

Io ti ricordo, Narciso,
avevi il colore della sera,
 quando le campane suonavano a morte.
Pier Paolo Pasolini

 

Il fatto che viviamo in una cultura narcisista, e che essere narcisisti è in fondo un modo sensato e legittimo per stare al mondo, è diventato oggi quasi un luogo comune, capace di conquistare molti consensi. Questa ricorrente trasposizione del concetto di narcisismo, dalla letteratura specialistica, in cui è nato e continua ad essere oggetto di discussione, ai discorsi del quotidiano, rischia tuttavia di restituire un’immagine grossolana e sfocata di una dimensione della vita psichica tanto vitale quanto complessa, rispetto a cui si differenziano in maniera spesso drammatica i destini individuali.

Lo psicoanalista austro-americano Heintz Khout costituisce un prezioso aiuto per svolgere una riflessione profonda sul tema, in particolare su come il narcisismo possa in vario modo legarsi tanto allo sviluppo quanto alla crisi del senso del Sé e dell’identità personale. Per Khout, il Sé, nella sua fase costitutiva nucleare, presenta una struttura bipolare, che è data proprio dalle due componenti fondamentali del narcisismo: da un lato il “Sé Grandioso”, dall’altro l’“Imago Parentale Idealizzata”.  Il primo è segnato dal sentimento di essere oggetto di un’ammirazione incondizionata per le proprie qualità estetiche e per le proprie modalità di azione, la seconda è data dall’identificazione con un “Altro”, altrettanto “Grandioso”, attraverso cui estendere e rafforzare lo stesso sentimento narcisistico.

L’esperienza narcisista costituisce il fondamento stesso di un’infanzia felice; felice sia in sé e per sé, che per lo sviluppo della personalità e della propensione a vivere in maniera creativa, dando alla vita un senso compiuto. Tale esperienza, nella sua forma prototipica e iconica, è vissuta dal bambino nelle relazioni con i due genitori, che si svolgono entrambe secondo forme di rispecchiamento. Il Sé Grandioso - tipicamente - trae la sua linfa vitale dalla relazione con la madre, che rivolge al suo piccolo ogni genere di apprezzamenti per come è, ed ogni genere di gratificazioni per quello che fa. Nella misura in cui la madre si pone come lo specchio del Sé Grandioso del bambino, questo viene riconosciuto come reale. In forma sinergica, l’Imago Parentale Idealizzata si sviluppa - tipicamente - nella relazione con il padre. Il bambino può riconoscere in lui una personalità grandiosa, in cui rispecchiare il proprio Sé, che in questo modo, attraverso un processo di estensione e identificazione, assume anche per questa via un carattere grandioso.

In condizioni ottimali di sviluppo - come spesso scrivono gli psicoanalisti, “se tutto va bene” - la grandiosità del Sé e dell’Altro, oggetto di identificazione, vengono gradualmente attenuati e integrati nella personalità adulta, fornendo il “carburante istintuale”, sia per imporsi sulla realtà che per adattarsi ad essa. Il Sé Grandioso arcaico-infantile diviene il fondamento dell’autostima, della possibilità di coltivare ambizioni e realizzare azioni in sintonia con i propri istinti, assieme a quella di provare piacere nel raggiungimento dei propri obiettivi. L’Imago Parentale Idealizzata arcaico-infantile mantiene nella vita adulta un ruolo fondamentale nello sviluppo di rapporti affettivi profondi, amicali, amorosi e parentali, come pure risulta fondante della moralità, nei suoi aspetti più liberi e volitivi, che consistono nell’interiorizzazione dei valori e degli ideali, sul modello di quelli che nell’infanzia erano stati identificati nell’Altro Grandioso.

La progressione del narcisismo verso l’adattamento alla realtà non è certo un dato scontato. Un insieme aperto e non deterministico di condizioni - in primo luogo esperienze traumatiche, ma anche mancanza di figure di riferimento, insufficiente capacità immaginativa, una non meglio precisata fragilità psicologica e altro ancora - possono determinare una fissazione o una regressione della persona a forme arcaiche di narcisismo, nella forma del Sé Grandioso e dell’Imago Parentale Idealizzata, con la conseguente frattura tra Principio di Realtà e Principio del Piacere. È la strada che conduce diritti alla psicopatologia, alla scissione della persona in due parti, da un lato quella mortificata dalla realtà, dall’altro quella sognante, alienata da questa stessa realtà.

Se, pure a prezzo di una sofferenza psicologica, si riesce a mantenere un sentimento di unitarietà del Sé, si ricade nel cosiddetto Disturbo di Personalità Narcisistica; diversamente, se la scissione della personalità è tale da disgregare il senso del sé, allora si avrà, a seconda della stabilità di questa disgregazione, una condizione borderline o una condizione psicotica.

Riferimenti bibliografici

Kohut H. (1971)."Narcisismo e analisi del Sé". Bollati Boringhieri, Torino, 1976
Kohut H. (1977). "La guarigione del Sé". Bollati Boringhieri, Torino


articolo a cura della dottoressa
Rossella Bloise
Psicologa psicoterapeuta a Firenze

Dott.ssa Rossella Bloise

Psicologa psicoterapeuta

Il mio approccio alle tematiche della sofferenza psichica e del benessere è in accordo con la prospettiva psicoanalitica, che mi ha formato e continua a formarmi come persona e come professionista.


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Iscritta dal 2011 all’Albo degli Psicologi della Regione Toscana n. 6734
Laurea magistrale in psicologia dello sviluppo e dell’educazione

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